24 Aprile 2024
Le interviste

Il Presidente Silvano Ongaro parla a 360° su Prealpi Sport

Il Lia Piave è, in questo momento, una delle più
belle realtà del calcio di Eccellenza della zona; come
avete fatto ad allestire una squadra che, quantomeno,
è partita molto bene?

La mia intenzione era, soprattutto nella fase iniziale,
quella di avere una squadra giovane per la quale poter
attingere anche dal nostro vivaio, abbiamo avuto il
coraggio di farlo e questi sono i risultati che fino ad
ora abbiamo raggiunto.
Il Lia Piave nasce dalla fusione del calcio di
San Polo di Piave, di Cimadolmo e di Ormelle,
ci può precisare meglio com´è nata questa società?

Un tempo, a San Polo, c´era la Gemeaz Cusin, a
Ormelle l´A.C. Ormelle e il Cimasport a Cimadolmo
curava esclusivamente il settore giovanile. Ad un
certo punto ci sono state delle difficoltà da parte
dell´Ormelle e del Cimadolmo, si temeva che in
questi due paesi potesse sparire il calcio, pertanto
con l´intervento anche delle singole amministrazioni
comunali, mi hanno coinvolto nel progetto di
formare un´unica società che rappresentasse tutti e
tre questi comuni. Sono dell´avviso che il progetto
sia stato portato avanti con buoni risultati, lo ritengo anche a livello dirigenziale, per cui oggi come oggi
la società del Lia Piave è veramente una realtà di tre
comuni, dove le barriere, i personalismi e i campanilismi
sono stati superati. Mi auguro che questa nostra
esperienza nel calcio si possa estendere anche a livello
più ampio in modo da avere dei servizi più efficaci a
costi inferiori.
Come si svolge l´attività calcistica in questi tre paesi?
Il Lia Piave conta 300 elementi nel settore giovanile,
a Cimadolmo c´è tutta la scuola calcio, 120 tra ragazzi
e bambini; a Ormelle gioca gran parte del settore
giovanile e a San Polo si svolgono una parte degli
allenamenti del settore giovanile e gioca la prima
squadra.
Ricordiamo a chi non è della zona perché si chiama
Lia Piave?

Nella fusione dei tre comuni c´era da trovare un nome
significativo che potesse rappresentare le tre realtà.
Queste tre località sono contenute, geograficamente
parlando, tra il fiume Piave e il fiume Lia. Ormelle e
San Polo sono attraversati da entrambi questi fiumi,
mentre Cimadolmo solo dal Piave. Era difficile trovare
un nome di sintesi, Lia Piave rappresenta la realtà
geografica della zona.
Quali sono i colori sociali?
Bianco, giallo e azzurro, sono i colori nati dalla fusione
fra le tre società.
In che anno è avvenuta questa fusione?
E´ avvenuta sei anni fa. Già prima c´era una collaborazione
per quanto riguarda il settore giovanile dei tre
centri sopra elencati che lavoravano sotto l´egida del
nome Cimasport.
Quali sono gli sponsors che vi sorreggono in questa
iniziativa?

Abbiamo l´Arredoplast e poi tanti altri sponsors che
sostengono i bilanci della società.
Per quanto concerne il passato il San Polo raggiunse
il suo massimo splendore in serie D negli
anni in cui si chiamava Gemeaz San Polo.
Esatto.
Lo stadio "Giol" di cui disponete si presenta come
un impianto importante.

Penso che da questo punto
di vista il Lia Piave sia proprio fortunato perché a
San Polo disponiamo dello stadio centrale più un
altro campo regolamentare e uno per gli allenamenti.
A Ormelle abbiamo di due rettangoli di gioco regolari
a tutti gli effetti e a Cimadolmo un altro campo
regolare più un campetto di allenamento!
Com´è il fondo del terreno di gioco?
Abbiamo dei custodi davvero preparati per cui sia il
sabato che la domenica il manto erboso è sempre perfetto.
Questo non lo dico solo io, ma lo sostengono
anche gli avversari quando giungono nel nostro paese.
Tutto questo gruppo di 300 persone, più la prima
squadra, ovviamente richiederanno un organigramma
particolarmente ricco, come vi siete organizzati
a questo scopo?

Ritengo che la società del Lia Piave sia organizzata
nella maniera giusta, non dico a livello professionistico,
ma ognuno ha le sue responsabilità, i suoi
compiti ben precisi, con un organigramma ben dettagliato
dove ciascuno cerca di fare il meglio nel suo
settore.
Cambiate spesso gli allenatori?
Personalmente non mi piace cambiare spesso allenatori.
A mio avviso deve essere un rapporto privilegiato
che non si può chiudere dalla sera alla mattina. E´
logico che nell´arco degli anni ci siano stati dei cambiamenti
che sono anche fisiologici, ma mai traumatici.
Torniamo alla prima squadra, il Lia Piave è
partito con il vento in poppa con una bella serie
di vittorie consecutive interrotte nel derby con
l´Opitergina.
Quale può essere l´obiettivo di questa
formazione nell´ambito del campionato di Eccellenza veneta?

In questo primo spicchio di campionato abbiamo potuto
constatare che la nostra squadra è la più giovane
delle altre formazioni che abbiamo affrontato. Partendo
da questa base sappiamo che con i giovani in negativo, ma anche in
positivo. Quest´anno abbiamo un nuovo allenatore che
risponde al nome di Albino Piovesan con il quale abbiamo
steso un programma a medio-lungo termine per
cui partire con una formazione giovane rappresentava
proprio la volontà di porre delle basi in vista
di poter fare un salto di qualità nel futuro. Queste
erano le premesse iniziali. Eravamo ben coscienti
delle difficoltà, speravamo di partire con il piede giusto,
perché iniziare bene con una squadra giovane è
importantissimo anche per il morale. I risultati ad oggi
ci confortano, il nostro obiettivo comunque rimane
quello di ottenere quanto prima la salvezza, tutto ciò
che dovesse arrivare in più sarebbe bene accetto, ovviamente!
Nel caso doveste partecipare al campionato di
serie D vi sentireste preparati?

Sicuramente non ci farebbe paura, lo affronteremmo
con la serenità che abbiamo avuto fino ad ora.
Il pubblico come risponde?
Il Lia Piave è fortunato perché ha un pubblico che lo
segue, sia in casa che in trasferta. Mi auguro che questi
primi risultati diano ancora più entusiasmo alla tifoseria
e si possa avere il nostro stadio sempre completo. Al
momento abbiamo come minimo 200 persone sugli
spalti, nel derby con l´Opitergina il pubblico era numerosissimo.
Il pubblico delle giovanili com´è composto?
Il pubblico delle giovanili è costituito da familiari, amici
e parenti dei ragazzi.
Come vi organizzate con i pulmini per accompagnare
i 300 ragazzini?

Abbiamo i pulmini che girano che li vanno a prendere
per gli allenamenti, invece per le partite abbiamo
coinvolto i genitori che così sono parte integrante di
questo progetto e si sentono inseriti anch´essi nell´ottica
del calcio Lia Piave. La mia convinzione è che si
possa fare calcio giovanile solo con la collaborazione
delle famiglie che diventano un perno fondamentale
anche nell´ottenimento dei risultati. Senza la collaborazione
delle famiglie è impossibile portare avanti
un progetto che non è solamente finalizzato al gioco
del calcio, ma in primis ad aiutare le famiglie a formare
degli uomini veri e propri.
Abbiamo parlato di questi tre comuni, San Polo,
Ormelle e Cimadolmo, ma questi ragazzi giungono
anche da altri comuni limitrofi?

Fino alla scuola calcio abbiamo ragazzini solo dei
nostri tre comuni o di qualche paesetto vicino. Dagli
Allievi in su abbiamo anche persone provenienti dai
comuni limitrofi.
Avete collaborazioni con le società vicine?
Sì, abbiamo degli accordi ad esempio con Vazzolese,
Fontanelle e con molte altre società.
Avete una società maggiore di riferimento?
No, non abbiamo accordi precisi con società maggiori.
Fino ad ora avete avuto giocatori che sono andati
in club più importanti?

In questo momento abbiamo dei ragazzi all´Udinese,
nel settore giovanile che sono nati calcisticamente
nel Lia Piave.
Nella zona, il settore giovanile più citato è quello
della Liventina Gorghense, voi vi avvicinate a questo
tipo di realtà?

La Liventina Gorghense è la società più in evidenza
della zona per quanto riguarda il settore giovanile,
con risultati importanti a livello calcistico e
sicuramente sta sfornando calciatori che arrivano fino
al professionismo. Potrebbe essere certamente
una società da imitare, ma personalmente immagino il
settore giovanile in una maniera più ampia, non solo
con lo scopo di trovare il bravo giocatore da collocare
nella massima serie, per cui fare una cernita e una
selezione, ma dare una possibilità a tutti i giocatori di
praticare questo sport. Per cui ci troviamo nelle condizioni
di dover abbinare due esigenze, avere allenatori
preparati in modo che i ragazzi che hanno qualità
possano emergere e un numero elevato di persone per
fare in modo che ognuno possa avere la possibilità di
giocare. Prima di tutto c´è la funzione sociale e dopo
viene il resto!
Avete affrontato in maniera positiva questo momento
di crisi mi sembra...

Ho la fortuna di trovarmi alla guida di una società
nella quale figurano anche molti altri imprenditori con
i quali condivido obiettivi e passione per il calcio, per
questo mi ritengo fortunato ed è la stessa fortuna del
Lia Piave.
Come vede il futuro del calcio dilettantistico nel
Triveneto?

Sicuramente oggi come oggi c´è una crisi generalizzata,
quindi anche il mondo dello sport ne risente. E´
sempre più difficile trovare le risorse necessarie, è indispensabile
che i presidenti si mettano in testa che bisogna
spendere quello che si può incamerare e non
fare il passo più lungo della gamba. E´ meglio andare
avanti lentamente, cercando di migliorare un po´ alla
volta piuttosto che andare a cento all´ora e andare a
sbattere e quindi poi chiudere perché non ci sono più
le possibilità!
Cosa vorrebbe dire per concludere?
Posso dire di essere orgoglioso di far parte della società
Lia Piave proprio per l´organizzazione di sponsors
e dirigenti che costituiscono la nostra realtà. Questo
è un anno estremamente positivo perché nella rosa
della prima squadra ci sono ben 16 ragazzi provenienti
dal nostro settore giovanile, questa è la cosa che più mi
dà gioia. Mi piacerebbe che tutta la prima squadra fosse
formata da ragazzi cresciuti calcisticamente da noi!


scritto da Prealpi Sport

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